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Immagine del redattoreleonardo7

Una serata ad Antiparos, ospiti della festa finale del ristorante il Sale Rosso fine Estate 2021



Isola di Antiparos - Ristorante Sale Rosso


Rossella e Michela hanno dato una festa. E' una bella serata di metà ottobre, il vento è da sud per cui il clima è decisamente gradevole anche dopo il tramonto. La giornata è stata calda, da mare, come è ancora da mare ogni giornata in questo periodo dell'anno se non è bastonata dal Meltemi. Quando termina la stagione turistica c'è un'ultima serata nella quale si incontrano degli amici, quelli rimasti ancora sull'isola, e si da fondo alle scorte.

Una buona metà delle attività sono già chiuse, ma le vie principali sono ancora percorse dagli ultimi visitatori, quelli che non amano la calca di agosto e nemmeno il tranquillo tramestio di settembre, quelli che vengono qui per godersi l'isola quasi "in solitaria" e l'isola e parte dei suoi operatori li aspetta. Le bougainvillea non sono ancora esauste, le tamerici addirittura in fiore, come gli asfodeli che a ottobre ricoprono le isole Cicladi. C'è una intesa tra i ritardatari della vacanza e i ritardatari della chiusura, entrambi vogliono prendere fiato.

Rossella e Michela, le nostre amiche del ristorante "Sale Rosso" qui ad Antiparos che abbiamo intervistato prima che si avviasse la stagione, hanno i visi stanchi e rilassati al contempo. Hanno lavorato duro per sei lunghi mesi. Ora le rincontriamo nell'ultima serata di apertura del loro ristorante prima del letargo invernale.


I turisti di queste ultime settimane non hanno bambini al seguito, viva i bambini, ma questo vuol dire strade prive di grida ai gradi più alti della scala decibel e assenza di corse e giochi che generano tanta dolcezza quanto rumore. Sono coppie solitarie o con al seguito bambini ancora da svezzare, anziani, gruppi di amici di mezza età che non mancano mai di concludere le serate con delle conviviali cene di buonumore e vino. Le tipiche macchine in affitto, ci sono ma in numero limitato rispetto all'invasione estiva. Modelli tipo la Jimny Suzuki cabrio, gli scooter e gli immancabili quad, ossia quelle moto a quattro ruote che sono quanto di più esotico o avventuroso per meglio dire ci possa capitare soggiornando su queste terre.

Ne abbiamo guidato uno anche Barbara ed io, a Naxos. Non vedevo l'ora di andarmene in giro col quad per le piccole strade di Naxos, ma poi non ho visto l'ora di riconsegnarlo per quanto era instabile, a ogni curava la sensazione era quella di cappottare. Forse ci hanno rifilato il più sgarrupato della scuderia, a fine stagione è facile che capiti così, perlomeno tutti i mezzi sono stati messo parecchio sotto stress nei mesi estivi.

Su questo, permettetemi una piccola digressione, non potrete avere il parere di Barbara su come si guida un quad, perché come è costume in questi casi i "bambini" che vogliono provare il brivido della giuda esotica ed avventurosa siamo noi maschietti. Ci sono dei casi, ammettiamolo, nei quali i più generosi pur di non cedere il volante (o nel caso del quad il manubrio) ne affittano due, così ognuno soddisfa il desiderio, legittimo, di sentirsi un po' Indiana Jones e un po' Sébastien Ogier (per la cronaca costui ha vinto il Campionato Mondiale Pilota di Rally 7 volte 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018 e 2020). Ho citato due uomini, uno immaginario e uno reale, dunque voglio citare due donne ( che anche voi come me potrete trovare sui motori di ricerca ) Maria Grazia “Lella” Lombardi e Giovanna Amati che, rispettivamente nel 1974 e nel 1992, tentarono di gareggiare in Formula 1, ma nessuna passò la fase di qualificazione. Peccato non vi siano state altre ragazze a tentare di qualificarsi.

Non seguo le corse, ma quanto sarebbe bello vederle in gara?! Concludo la digressione dicendo che sulle strade di queste isole è consigliabile un'andatura prudente, molti sono gli incidenti ogni anno che coinvolgono i turisti e, di norma, al di fuori di generosi Pronto Soccorso non vi sono ospedali nelle Cicladi ad eccezione di quello di Ermoupoli, in Syros (l'isola che è anche la capitale amministrativa dell'arcipelago), ma la si raggiunge o in traghetto o in elicottero nei casi più urgenti. In questo caso se non si ha l'assicurazione i costi sono proibitivi.


Dunque, dicevamo che a ottobre l'atmosfera nelle Cicladi è rilassata, il clima, "meltemi" permettendo (così i greci chiamano il maestrale), è piacevole, l'acqua del mare è alle temperature più elevate dell'anno. I giorni sono più corti, il che lascia spazio alla piacevolezza anticipata delle serate, e i tramonti più languidi. Tutta l'atmosfera è più romantica, e ne godono le coppie di ogni età e di ogni genere che in questo periodo si godono le isole con aria trasognata. Come immaginate, le spiagge sono pressoché deserte, molti bar sulla spiaggia sono già chiusi e serrati e quella atmosfera di piacevole isolamento riconcilia isole e turisti in un contesto più originario. Quel contesto che, oggi oramai mitologicamente, solo certi turisti della prima ora hanno conosciuto.

E' propio Rossella la chef del Sale Rosso che mi indica una di queste figure mitologiche. I suoi genitori vennero sull'isola di Antiparos per la prima volta nel 1970. Si arrivava da Paros su una barca a remi, non c'era il molo e le imbarcazioni venivano, la sera, tirate a secco. Le strade erano di terra battuta. Lei, mi dice Rossella, viene qui da 50 anni, aveva una casa, quella dei genitori, qua dietro, vista mare, che ora è inglobata nel centro urbano.

I veterani di questi posti sono guardati con ammirazione e una certa dose d'invidia perché hanno visto questi luoghi come nessuno potrà mia più rivederli. Per farlo bisogna andare in certe Taverne o caffetterie (Kafeneìo) e mettersi a guarde le foto ingiallite sui muri. Documentano anche la povertà che opprimeva gli isolani che si sfamavano con l'allevamento delle capre, poca agricoltura e pesca di sussistenza. Ma forse "opprimeva" non è il termine giusto, o perlomeno ci piace pensare che quella vita fosse fatta di equilibri che non possiamo giudicare con le aspettative di oggi e che quelle persone, arse dal sole e ora ingiallite nella carta fotografica, vivessero la loro esistenza naturalmente. Chissà chi fu il primo isolano a scoprire di essere un "miserabile", e chissà come lo scoprì? Vide scendere dallo yacth al dingo l'avvocato Agnelli che una volta spiaggiato gli chiese con la erre moscia dove poteva sorbire un aperitivo?

Al nostro tavolo c'era un altro veterano, un vero amico di Bacco. Un francese naturalizzato, forse di madre greca, non ricordo, contento di essere ospite della festa di Rossella e Michela e costantemente preoccupato di sapere il risultato della partita in corso tra Francia e Spagna. Pensavo vaneggiasse, invece la partita c'era d'avvero. Partita terminata con la vittoria della Francia, in rimonta, per 2 a 1, con tanto di non so quale coppa, eccetera. Per il nostro amico è un'altra buona occasione per fare un brindisi: "γειά μας" che si pronuncia geìa mas ma ai nostri orecchi suona "yamas", γειά vuol dire salute e μας vuol dire noi. Salute a noi !!!



La cena è a buffet, si pagano solo le bevande, noi e i nostri nuovi amici al tavolo con noi, Maddalena, brianzola, segno zodiacale Cancro, timida e amorevole col suo compagno, lui australiano di nome Haydn, ce la caviamo con un paio di calici di bianco a testa, prima, e due bottiglie di rosso, poi, ma queste servono anche per i brindisi del simpatico tifoso francese che ci ha eletti a suo tavolo preferito, γειά μας, γειά μας! Uomo dolcissimo reso ancor più amabile dall'alcol, il francese deve essere come i numerosi micioni dell'isola, sempre a fare le fusa in cerca di umanità.

Intanto che beviamo, la nostra amica Michela che della coppia è quella che si occupa della sala, serve portate che vanno dagli affettati, ai crostini alla crema di tartufo, dal polipo con purea di patate, ai ravioli freddi ripieni di gambero e mozzarella di bufala. Altre leccornie delle quali mi sfugge la materia ma non il gusto. L'atmosfera è rilassata e piacevole. S'incrociano l'inglese, il greco, il francese, l'italiano. Non mi sembra di aver udito note tedesche.

Prima che il simpatico tifoso venga a fare le fusa al nostro tavolo, abbiamo modo di conoscere la storia d'amore di Maddalena e del suo bel biondo australiano. Ma non immaginatevi il tipo surfista, capelli sulle spalle, collana di denti di squalo al collo, no, lui gioca a tennis e a golf, veste sportivamente elegante, parla un benedetto inglese comprensibilissimo ed è molto simpatico oltre che un uomo che pur nella sua giovane età ha già conosciuto mezzo mondo e ha, con criterio, deciso di stabilirsi in Paros perché trova che in questi luoghi si possa vivere "la dolce vita" ( cita lui stesso Fellini). A lungo ci spiega che la "perfezione" e l'efficenza della società australiana, giustamente osannata in tutto il mondo, non facevano più per lui. Voleva una vita meno protetta, meno stabilita dall'alto ( pur se "l'alto" è tutto ciò che riguarda i migliori sistemi di convivenza civile) e, mentre ce ne troniamo insieme in traghetto verso Paros ( 5 minuti di attraversata) esclama appunto "Mammamia, questa è la dolcie vita". Poi però diventa quasi teatrale quando dice che ama la musica e che adora quella greca, turca e anche quella italiana, ma che dopo mezz'ora non ne può più di " amore ti amo", "voglio morire", " torno da te" e lì capisco che ognuno, anche chi viaggia, rimane a volte oppresso da certe sue superficialità, ma non ho né tempo, né voglia di metterlo sull'avviso. Anche se mi risento un po', come posso cominciare a spiegargli, che so io... De André?

Maddalena, lo guarda da innamorata. Stanno insieme da un'anno e mezzo e lui parla già di matrimonio. Lei è felice, ma anche ironica. Haydn ci dice ancora che quando suo padre si collega in video chiamata dall'Australia, guardando Maddalena esclama galantemente " Che bela"! Anche lei è una viaggiatrice, un'accompagnatrice turistica per la precisione, quindi anche lei, se pur giovane, conosce più di mezzo mondo. Ha lavorato tanti anni a Mykonos ed è lì che ha finito per incontrare un amore australiano. Però si erano già incrociati durante il suo soggiorno in Australia, un lungo soggiorno, ma solo su facebook per via di certe amicizie comuni. Insomma, sentono un po' di "destino" in questa loro unione, e cosa c'è di più eccitante e romantico di un amore che era atteso dal destino. Sono "belli" e in grazia degli dei greci costoro e a noi ci viene voglia di intervistarli. Per capire meglio le loro intricate esistenze e presentarle agli amici utenti del Canale. E quindi queste righe sono anche il teaser di un prossimo video.


Ci piace questa festa di fine stagione, Michela e Rossella sono raggianti, e abbiamo già stabilito una prossima cena con loro e con gli amici Massimiliano e Gianluca del Buon Vento di Paros, il primo chef, il secondo responsabile di sala del loro ristorante, nella quale loro quattro staranno finalmente seduti e Barbara e io faremo, a casa nostra, lei la chef e io il responsabile di sala.



Ci piace questa festa e diamo corpo alla nostra idea di fare "una diretta, un live streaming" per il Canale. C'è anche la persona giusta da intervistare: Francesca. Una simpatica e bella ragazza di Torino che qui ad Antiparos ha aperto il suo cocktail bar artistico col quale sta lanciando una sua strana ( ma nemmeno troppo) creatura il suo "Ginger Power " che è un cocktail artigianale con zenzero, vodka e limone che lei vorrebbe far diventare internazionale mettendolo in commercio. Ci spiega che trovata la miscela giusta, e questa c'è e piace alla grande, la difficoltà è quella di stabilizzare il prodotto e far sì che non modifichi il suo gusto nei lunghi periodo richiesti dalla commercializzazione. Insomma, deve resistere alla permanenza in bottiglia. Ci pare una bella sfida e si tratta di una materia creativa con la quale non abbiamo mia avuto a che fare. Francesca è di quelle persone che dopo cinque minuti ti sembra di conoscere da sempre. Spigliata, simpatica, pantaloncini di jeans corti e giubbottino di pelle ( o finta pelle, non saprei) accetta subito volentieri di raccontarsi per gli amici del Canale, ma qualcosa va storto. Il Rodes ( il nostro microfono direzionale) non funziona a dovere o lo azioniamo male e la diretta viene con il volume delle voci inudibile. Da buttare. Peccato, ma decidiamo all'istante di rifare la chiacchierata con Francesca l'indomani.



A un tavolo vicino al nostro c'è una signora irlandese con gli occhialini sottili, dalla montatura bianca e rotonda e con un braccio ingessato al collo, non aspettatevi il nome perché non me lo ricordo, ma ricordo bene che è molto ammirata sull'isola, e un po' in giro per il modo grazie a coloro che comprano le sue produzioni artigianali e le riportano a casa. Confeziona borse e altri oggetti usando esclusivamente da materiale di recupero, spazzatura in genere, tipo ( e non so come faccia) i sacchetti che contengono il cemento e che vengono abbandonati nei cantieri edili. Beh, queste mi piacerebbe vederle e regalarne una a Barbara e a mia figlia Lilly.



Quando si è a una festa così, si brinda tutti insieme più volte, e tra i tavoli le persone si muovano e creano un'intimità fra sconosciuti che poi si esplica nelle poche parole che scambi, senza che venga meno quel sentimento di simpatia che ti accompagna, dopo, tra le coltri.


Ringraziamo Rossella e Michela per questo invito, tra breve saranno loro le nostre invitate.

E' stata ancora una volta l'occasione per conoscere nuove persone e avere gli stimoli per intervistarle e far conoscere a un pubblico più vasto le loro storie. Scopriamo, sempre di più, che, come succede a noi, molta gente ama ascoltare le storie delle persone, specie di quelle che in qualche modo hanno dato un taglio "diverso" alla loro vita, e allora ben vengano anche "le dirette" venute male se lo scopo è quello di condividere, e rendere "racconti" fruibili da tutti le vicende straordinarie di persone comuni.






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